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Nuove proteste: a Cremona celebrato il 'funerale del commercio'

In piazza del Comune, riposti dentro una bara grembiuli, pentole e chiavi dei locali

Francesco Pavesi

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fpavesi@cremonaonline.it

23 Novembre 2020 - 19:47

Nuove proteste: a Cremona celebrato il 'funerale del commercio'

CREMONA (23 novembre 2020) - Il corteo composto e silenzioso, dal Battistero a piazza del Comune, con ristoratori e chef in mascherina e divisa bianca e la bara portata a spalle. E poi, una volta arrivati nel cuore di Cremona, fra Torrazzo e palazzo comunale, quella stessa cassa di legno chiaro appoggiata sopra due tavolini e lasciata aperta: dentro, pentole e posate, teglie e grembiuli, le chiavi dei loro locali. è così, oggi pomeriggio, che gli imprenditori cremonesi della ristorazione hanno celebrato il loro simbolico funerale. Come un addio dettato dall’esasperazione, portato pacificamente in scena dopo oltre cento giorni di chiusura da inizio pandemia e un fatturato che per molti si è ridotto fino all’80 per cento.

«Anche questa protesta non servirà a nulla - hanno manifestato tutta la loro rabbia mista a rassegnazione - ma dovevamo farci sentire di nuovo perché ci stanno massacrando. Siamo allo stremo, noi, le nostre famiglie e i nostri dipendenti. Il governo ci ha tolto tutto, non ce la facciamo più». Seguiti senza bisogno di alcun intervento da carabinieri e polizia, sono sfilati uno dopo l’altro volti noti dei locali di città e provincia, gli stessi che già avevano espresso tutto il loro dissenso con la «pentolata» davanti alla Prefettura, una ventina di giorni fa, e con la merenda a pane e salame, qualche giorno più tardi.

Non ha nascosto tutta la propria preoccupazione il loro portavoce, Beppe Franzosi, titolare di una trattoria di Costa Sant'Abramo: «Qui non c'è alcun negazionista - ha premesso -: qui sappiamo tutti bene cosa è cosa fa il Covid, perchè diversi di noi lo hanno avuto e quasi tutti abbiamo perso o parenti o amici. Ma è arrivato il momento che ci dicano se dobbiamo morire di virus o di mancanza di lavoro. Non possiamo continuare così».

In piazza è scesa anche la politica. Il sindaco, Gianluca Galimberti, che tra qualche malumore degli esercenti ha espresso solidarietà rivendicando le azioni adottate dalla sua amministrazione, con agevolazioni sulla Tari e sulla Cosap e misure di sostegno per oltre trecentomila euro. «Vi capiamo e siamo al vostro fianco - ha garantito il primo cittadino -: l'obiettivo è preservare il Natale e per raggiungerlo c'è bisogno di rispettare adesso, ancora, le restrizioni».

«Sono con voi - ha aggiunto il presidente del consiglio comunale, Paolo Carletti -. Ci sono categorie, come la vostra, che sono state penalizzate più di altre. E questo porta a divisioni che possono mettere a rischio gli anticorpi democratici della nostra società. Per questo vi chiedo di restare uniti».

Più duro con il governo l’intervento di Carlo Malvezzi, ex consigliere regionale lombardo e ora consigliere comunale di minoranza in quota Forza Italia: «Invece di aggrapparsi alla logica del fare, il governo ha scelto quella del ristorare. Ed è una logica senza futuro».

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