L'ANALISI
14 Novembre 2020 - 08:57
Manuela Torri
CREMONA (14 novembre 2020) - «Il mio scopo vuole essere costruttivo: segnalare un disagio, un malfunzionamento nell’ambito di questa seconda ondata di Covid affinché vi venga posto rimedio. Non è mia intenzione attaccare né polemizzare, solo segnalare un disservizio e un problema organizzativo che può riguardare molti, soprattutto gli anziani e più in generale i soggetti fragili come me, quelli con patologie pregresse». Esordisce così la cremonese Manuela Torri, motivando il desiderio di rendere nota la sua odissea di malato fragile alla ricerca di certezze cliniche su sintomi importanti, adducibili al Covid 19, tanto più allarmanti per chi ha un passato oncologico importante e un’invalidità civile.
«Sabato 24 ottobre ho i primi sintomi di malessere con spossatezza, mal di gola e febbriciattola a 37,3°. – racconta —. Così domenica decido di scrivere una mail al medico di base per informarlo. Il lunedì mattina il mio medico mi chiama. In base ai sintomi, decide di richiedere un tampone e fa partire la segnalazione all’Ats. Mi dice di attendere a casa una loro chiamata per un appuntamento per andare a fare il tampone al Padiglione 8 dell’ospedale».
Poi cosa succede? «Io aspetto fiduciosa, ma nessuno mi chiama. Nel frattempo, nella notte tra mercoledì e giovedì, le condizioni generali precipitano: febbre alta 39°, brividi, diarrea, mal di testa fortissimo. E io comprensibilmente vado nel panico».
INTERVISTA INTEGRALE SU LA PROVINCIA DEL 14 NOVEMBRE 2020
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