L'ANALISI
10 Novembre 2020 - 10:02
Giacomo Moncini vicino a una delle ambulanze della Cri di Pizzighettone
PIZZIGHETTONE (10 novembre 2020) - Il 30 luglio era tornato a casa, nella sua Regona, dopo cinque mesi trascorsi in ospedale di cui più di uno nel reparto di terapia intensiva. Aveva sorriso a famigliari e amici parlando di «incubo finito», ma nelle scorse settimane gli effetti secondari lasciati dal maledetto virus sono tornati a farsi sentire: Giacomo Moncini, 58enne presidente della sezione pizzighettonese della Croce Rossa, è stato nuovamente ricoverato in ospedale. Ed è ripiombato nell’incubo della terapia intensiva. Ecco perché, proprio dal letto del nosocomio di Parma, ha deciso di prendere il telefono e lanciare un appello attraverso il giornale. Chiaro e deciso come non mai: «La gente deve capire, una volta per tutte, cosa può fare il Covid. C’è ancora chi lo nega, chi minimizza, chi dice che si guarisce. Certo, a volte è così. Ma io, che non sono poi così vecchio e che sono stato dichiarato guarito ormai diversi mesi fa, in realtà non lo sono per niente. Perché non finisce tutto quando arriva il tampone negativo». Moncini racconta quindi il suo secondo calvario, anche psicologico perché il Coronavirus cambia le persone per sempre.
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