L'ANALISI
13 Ottobre 2020 - 19:44
CREMONA (13 ottobre 2020) - «Il bar era fortunatamente chiuso, altrimenti non so come avrei reagito». Certamente male, perché dietro il bancone del bar, il datore di lavoro, 65 anni, avrebbe palpeggiato sua figlia di 19, assunta da un mese. «Mia figlia è tornata sconvolta, piangeva. Mi ha raccontato che quel signore lì, il padrone del bar, ha allungato le mani sul seno, sul sedere, ha infilato una mano sotto la maglietta e nei pantaloni, guardando gli amici al bar che ridevano». La mamma non ride in aula. Davanti a lei «quel signore lì». L’accusa è di violenza sessuale, «perché con violenza consistita nella repentinità dell’azione, palpeggiava il seno ed i glutei» della giovane vittima, «nonché le dava i baci sul collo, così costringendola a subire i predetti atti sessuali». I fatti risalgono al 22 febbraio del 2018. «Quando alle 21 ho finito di lavorare, sono andata subito dai carabinieri. Ero agitata, ho pianto. Il giorno dopo sono tornata e l’ho denunciato». In aula si tornerà il 19 gennaio.
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