L'ANALISI
08 Ottobre 2020 - 06:50
CREMONA (8 ottobre 2020) - «No, così non ci sono le condizioni per riaprire, almeno per chi come me porta avanti un’attività completamente da imprenditore privato»: così si esprime Giorgio Brugnoli, esercente cinematografico che vede irrealistico riaccendere le luci della sala in via Antiche Fornaci. «La pandemia ha dato il colpo di grazia a un settore che già navigava a vista, almeno per quanto riguarda le sale di prossimità come la mia che vivono sul rischio d’impresa, senza alcun tipo di finanziamento — continua l’esercente —. Quattordici anni fa ho aperto questa sala, dopo che si era conclusa l’esperienza del Padus, l’ho fatto per amore del cinema e per cercare di aprire uno spazio di pensiero in città. Proseguire ora sembra impossibile. Il distanziamento riduce il numero di posti dai 250 a una sessantina. A questo si deve aggiungere l’affitto che quello è e quello è rimasto e in più i costi legati alle normative anti Covid dal cambio frequente dei filtri d’aria, alla sanificazione dell’intero locale. Di fronte a tutto questo riprendere l’attività per ora non mi è possibile».
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