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CREMONA. POLIZZE FANTASMA

Franco Romani patteggia: 3 anni di reclusione

Per appropriazione indebita aggravata, truffa aggravata e autoriciclaggio

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

07 Ottobre 2020 - 17:46

Franco Romani patteggia: 3 anni di reclusione

Il tribunale di Cremona

CREMONA (7 ottobre 2020) - Un glorioso passato nel mondo del basket, quando allenava la Juvi in Serie B. Erano gli anni Ottanta. Una carriera come sub agente delle Generali Spa, nell’agenzia di via XX Settembre, a Cremona, e in quella di Pontevico, nel Bresciano. Un portafoglio clienti importante, poi i clienti li ha truffati. La denuncia, la cancellazione dall’albo, l’indagine della Guardia di Finanza su un buco di 4 milioni e 206.895 euro polizze fantasma o non più attive. E, da ultimo, oggi il patteggiamento a 3 anni di reclusione per appropriazione indebita aggravata, truffa aggravata e autoriciclaggio. È la parabola di Franco Romani, 64 anni, l’1 marzo del 1999 assunto nell’agenzia di via XX Settembre, lo stipendio sui 5-6 mila euro al mese, messo alla porta nel dicembre del 2017, quando cominciarono a venire a galla i primi ammanchi. E ai suoi 52 clienti, Angelo Ronca, da 30 anni responsabile dell’agenzia, fu mandata una lettera. «A far tempo dal 7 dicembre il signor Romani Franco non fa più parte dell’attuale struttura. Pertanto il predetto signor Romani Franco non è più autorizzato ad incassare premi, a ricevere pagamenti, a proporre la stipulazione di alcun tipo di contratto assicurativo e ad effettuare qualsiasi operazione in nome e per conto di codesta Agenzia». Da oggi, insieme a Romani ha patteggiato 1 anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) la moglie Marina Rossella Biadico, lei accusata di riciclaggio. Storia di una trentina di conti correnti, alcuni cointestati con il marito, altri a lei riconducibili. E sui quali «sono transitate somme incassate illecitamente dal marito durante la sua attività professionale, movimentandole ed investendole in prodotti finanziari sino ad arrivare alla loro dispersione», dice l’accusa. «Mia moglie non sapeva niente», l’ha poi scagionata il marito.

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