L'ANALISI
05 Ottobre 2020 - 09:31
CREMONA (5 ottobre 2020) - C’è un altro capitolo nella storia della Medicina dello sport cremonese. Nei prossimi giorni il servizio — deputato al rilascio di certificati di idoneità per la pratica sportiva e visite di prevenzione e che a inizio agosto ha perso anche una figura storica come il dottor Giovanni Bozzetti, in pensione — passa dall’interno dell’ospedale Maggiore alla sede staccata di via Dante che da qualche anno ospita alcuni ambulatori e centro prelievi (sopra l’Italmark). Una ulteriore migrazione, dunque, che fa seguito a quelle degli ultimi anni e che, stavolta, potrebbe anche essere l’ultima. Si rincorrono infatti le voci secondo le quali il servizio avrebbe ancora un mesetto di vita, il tempo necessario ad effettuare le visite già prenotate. Poi, stop.
C’entra il Covid? Sì, almeno in parte a quanto pare, perché la direzione ha necessità di spazi da destinare ai tamponi o comunque all’attività legata al Coronavirus, oltre che di personale da impiegare in vaccinazioni e attività collaterali. Tuttavia, intorno all’ipotesi di smantellare l’attività si sta innescando una certa fibrillazione, sia interna che esterna. Interna, perché il venir meno di un servizio pubblico storico come la Medicina dello sport equivale a indebolire l’offerta di servizi alla collettività. Esterna, perché i vari centri privati si ritroverebbero servito su un piatto d’argento una bella fetta di lavoro, equivalente a oltre 2 mila visite all’anno, da suddividersi senza colpo ferire.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris