L'ANALISI
26 Settembre 2020 - 07:22
CREMONA (26 settembre 2020) - Nei primi otto mesi dell’anno in provincia di Cremona sono state autorizzate dall’Inps quasi 11 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione: un’enormità, se confrontate con le 650 mila dello stesso periodo dello scorso anno. Se l’impennata era attesa, i dati dell’Osservatorio sulla Cassa Integrazione Guadagni fotografano una situazione senza precedenti: neppure la grande crisi finanziaria esplosa nel 2009 aveva prodotto simili conseguenze, tanto che occorre sommare i numeri dal 2014 al 2019 per raggiungere i livelli registrati in questo 2020. Quasi la metà delle ore di Cig autorizzate per effetto del lockdown si è concentrata nel mese di aprile, ben oltre i 5 milioni: da quel momento la quota è progressivamente scesa, pur attestandosi su livelli molto elevati in raffronto agli anni precedenti. Anche nel mese di agosto lo scarto con il passato si dimostra notevole: 524.013 ore, di cui 278.215 in deroga.
«Non abbiamo mai affrontato una simile emergenza, quindi i dati della cassa integrazione non risultano del tutto sorprendenti – osserva il segretario generale di Cgil Cremona, Marco Pedretti –. Il vero problema è come si ripartirà».
Il segretario provinciale della Cisl, Dino Perboni, commenta: «Anche ad agosto, il mese in cui tradizionalmente le aziende si fermano per le ferie, si è registrato un ricorso importante alla cassa integrazione. Si tratta di dati molto preoccupanti, che confermano come l’economia cremonese abbia subito uno shock, che ha colpito principalmente le attività economiche del manifatturiero, dei servizi, del commercio e dell’edilizia».
E Paolo Soncini, segretario provinciale della Uil, sottolinea: «I numeri della Cig sono impressionanti, ma purtroppo quello che non sappiamo è ciò a cui andremo incontro».
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