L'ANALISI
04 Agosto 2020 - 08:18
CREMONA (4 agosto 2020) - Trentotto trapianti di organi andati a buon fine nel 2019. Per la realtà di Cremona si tratta di dati significativi che testimoniano la generosità dei donatori ma anche l’impegno delle équipe mediche. Purtroppo, però come spesso accade, accanto alla luce c’è anche un cono d’ombra: aumenta il numero delle opposizioni. Il 25,9% ha deciso di dire «no» all’espianto degli organi per essere donati a chi ne ha bisogno. «Ormai è abbastanza risaputo che quando si va in Comune a fare o a rinnovare la carta d’identità viene chiesto di esprimere la propria volontà sulla donazione degli organi post mortem – spiega Enrico Tavoni, presidente provinciale di Aido Cremona, che ha presentato i dati nell’ultima assemblea provinciale di luglio – . Eppure, la maggioranza delle persone ancora non si esprime perché non è sufficientemente informata. Nel giro di pochi anni oltre 6 milioni di italiani hanno fatto la loro scelta in Comune, contro il milione e 600 mila consensi raccolti tra Aido e Asl in tanti anni. In provincia di Cremona i «sì» sono il 67,65% e i no il 32,4%. Siamo al terz’ultimo posto in Lombardia, in leggera risalita rispetto al recente passato, ma il dato rimane negativo e preoccupante». In regione la percentuale dei «no» è infatti più bassa, pari al 26,8%, mentre sale al 30,5% se si guarda a tutta la Penisola, dove numericamente le opposizioni sono state 863, che se moltiplicate per 2,5 che è la media di ogni donatore, si avrebbero avuto circa 2.200 organi in più a disposizione. Che avrebbero significato molte più vite salvate. Preoccupa anche il numero elevato di Comuni non collegati al Sistema Informativo: 21 su 113 fuori dalla rete.
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