L'ANALISI
27 Luglio 2020 - 07:40
Silvica Simonca Enache, presidente dell’associazione Orizzonti Latini, riferimento della comunità romena
CREMONA (27 luglio 2020) - Stretti tra due fuochi: stanno così, i romeni della comunità cremonese. Da un lato, chi risiede qui ormai da anni sconta la preoccupazione per i famigliari che abitano in patria, dove il Covid è ora diventato il nemico numero uno; dall’altro, chi è stato sorpreso dall’esplosione pandemica in Romania si ritrova adesso bloccato nei Balcani.
E a pagare lo scotto più grande sono ancora una volta le donne: badanti e colf. Lavoratrici che dopo avere perso l’occupazione durante il lockdown sono tornate a casa, ma ora non riescono più a fare rientro in Italia per cercare di riannodare i fili di un mestiere precario e duro.
«Anche a Cremona ci sono diverse situazioni critiche — spiega Silvica Simonca Enache, presidente dell’associazione Orizzonti Latini, punto di riferimento per la numerosa comunità romena in città —. Il problema è la quarantena: chi riesce a tornare in Italia deve trascorrere in isolamento un periodo di tempo. Ma dove? La maggior parte delle famiglie per le quali lavorano non se la sentono: hanno legittimi timori; una sistemazione in albergo o in un altra struttura ricettiva è un costo troppo elevato. Quindi, si attende in un limbo».
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