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CASERMA DI PIACENZA SEQUESTRATA

Cc arrestati, il gip: «Indagine partita dalla segnalazione del maggiore Papaleo»

«L'ufficiale aveva prestato servizio per molti anni a Piacenza, attualmente è comandante della compagnia Carabinieri di Cremona»

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

23 Luglio 2020 - 07:46

Cc arrestati, il gip: «Indagine partita dalla segnalazione del maggiore Papaleo»

Un'auto dei carabinieri

CREMONA (23  luglio 2020) - L’indagine che ha portato all’arresto di diversi carabinieri con accuse pesantissime che vanno dallo spaccio all’estorsione fino alla tortura è partita da una denuncia di un collega dei militari, un maggiore che in passato era stato in servizio a Piacenza. Lo scrive il Gip di Piacenza nell’ordinanza di custodia cautelare. «Le attività d’indagine - si legge - hanno preso il via in seguito alla segnalazione di un ufficiale dell’Arma che aveva prestato servizio per molti anni a Piacenza, il maggiore Rocco Papaleo, attualmente comandante della compagnia Carabinieri di Cremona». Convocato in procura per un’altra inchiesta, l’ufficiale ha infatti raccontato di aver ricevuto una serie di messaggi da un cittadino marocchino nei quali quest’ultimo affermava di essere un informatore dei Carabinieri e di conoscere l’appuntato Giuseppe Montella, uno degli arrestati. Quest’ultimo, assieme ai colleghi Falanga e Cappellano (anche loro destinatari dell’ordinanza), scrive il gip riportando il racconto del marocchino, «era solito ricompensare le notizie ricevute attraverso la cessione di stupefacente, che era custodito in un contenitore all’interno della caserma di Piacenza chiamato 'scatola della terapia'».

Quando le risposte dell’informatore non erano però esaustive, i tre Carabinieri «avevano l’abitudine di esercitare pressioni su di loro e minacciarli, il tutto con la complicità del comandante delle stazione, il maresciallo Orlando». Sempre secondo il racconto del marocchino riportato dal Gip, i Carabinieri «tenevano comportamenti sopra le righe, come organizzare festini a base di stupefacente ai quali partecipavano diverse prostitute tra le quali un transessuale».

Al termine della deposizione, il maggiore Papaleo ha detto agli inquirenti di non aver mai riferito nulla di quanto appreso ai carabinieri di Piacenza poiché «non si fidava degli attuali dirigenti». Ad insospettire Papaleo infatti era stato il tenore di vita di Montella «ben al di sopra di quanto ordinariamente possibile per un militare dell’Arma del suo grado».

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