L'ANALISI
20 Luglio 2020 - 21:48
Renato Crotti
CREMONA (20 luglio 2020) - La Procura di Cremona indaga per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all'autoriciclaggio e all'appropriazione indebita tre persone perché si sarebbero appropriate illecitamente di parte dei 4 milioni di euro raccolti dalla onlus Uniti per la Provincia di Cremona, tra imprenditori e gente comune, per finanziare iniziative anti- Covid aiutando, in particolare, gli ospedali del territorio in prima linea. Tra loro c'è anche Renato Crotti, "nella veste di direttore della Fondazione Arvedi Buschini", definito "gestore di fatto" della onlus. La notizia dell'inchiesta ha suscitato grande sconcerto fra i soci fondatori della onlus (in pratica tutte le associazioni di categoria della provincia e la citata Fondazione Arvedi Buschini) e fra tutti i media locali (giornali, siti e tv) che fin dal primo giorno hanno sostenuto la raccolta fondi e ora si sentono vittime della situazione - se le accuse verranno provate - al pari di tutti i cremonesi che hanno effettuato le donazioni, dimostrando grande generosità.
La Guardia di finanza ha perquisito la sede della onlus, nata a marzo nel pieno della pandemia, e le abitazioni private di Crotti e di altri due indagati, Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti. Anche un religioso sarebbe coinvolto nella vicenda. Da un'informativa delle Fiamme Gialle, risulta che i tre perquisiti avrebbero prelevato soldi da utilizzare per scopi estranei alle finalità benefiche della onlus. Secondo quanto emerge dal decreto di perquisizione, la onlus avrebbe "disposto alcuni bonifici a favore di Cristiano Bozzoli, titolare di un'impresa di vendita di stufe e caldaie" per un totale di 28 mila euro, un'operazione ritenuta "anomala" dagli investigatori, insospettiti anche da "reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri, accesi in Bulgaria e Gran Bretagna" tra Bozzoli e Mazzetti, "gestore di locali notturni e attualmente sottoposto a procedura fallimentare". Sentito dagli investigatori, Bozzoli si era giustificato esibendo la copia di una fattura che riportava come causale la 'preparazione e consegna a domicilio di 750 pasti caldi'.
Secondo la Procura, inoltre, pare "evidente" che il pagamento effettuato a suo beneficio dalla onlus "non corrisponda ad alcuna prestazione effettivamente resa da Mazzetti". La Guardia di Finanza ha poi accertato "che risultano 4 fatture emesse da Mazzetti nei confronti della Onlus tra maggio e giugno per un totale di 58.860 euro". In totale, circa centomila euro sarebbero stati sottratti dal 'tesoro' accumulato grazie alla generosità di cittadini e imprenditori attraverso il meccanismo di "fatture false", un "mero escamotage per appropriasi del denaro". Nel decreto si fa anche il nome di un religioso, don Alberto Mangili, di cui "emerge la disponibilità a concordare false giustificazioni delle distrazioni di denaro" simulando che sia stata una cooperativa da lui gestita, oggi perquisita, a "beneficiare della somministrazione dei pasti caldi forniti da Bozzoli". Il sospetto è che "altro denaro" sia stato sottratto alla onlus per scopi che nulla hanno a che vedere con l'aiuto agli ospedali.
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