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CORONAVIRUS. LA RIPARTENZA

Scuola, sindacati all’attacco: «Così non si riaprono le classi»

In vista della ripresa del 14 settembre grido di allarme delle categorie alle prese con tanti, troppi dubbi. «Una delle nostre richieste era di avere una stabilità dell’organico perché in provincia di Cremona c’è anche una grande carenza di docenti»

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

19 Luglio 2020 - 07:46

Scuola, sindacati all’attacco: «Così non si riaprono le classi»

CREMONA (19 luglio 2020) - La voce autorevole del ministro dell’Istruzione anche ieri ha confermato che le scuole riapriranno il 14 settembre. Ma proprio a Lucia Azzolina e al Governo i sindacati cremonesi - scettici, preoccupati e molto critici - chiedono chiarezza, fatti e soprattutto garanzie di sicurezza. Per tutti: studenti, insegnanti e personale non docente. Perché il Covid-19 non è sparito, è sempre capace di fare molto male e non guarda l’anagrafe. 

«Da tempo – attacca Laura Valenti segretaria generale Flc scuola della Cgil - stiamo chiedendo delle conferme, siamo stanchi di tutti questi annunci che il ministro fa anche sui social, perché ad oggi ci sono poche certezze; mancano meno di due mesi alla riapertura delle attività didattiche e noi chiediamo delle risposte perché abbiamo tanti dubbi, come quello sugli organici: una delle nostre richieste era quella di avere una stabilità dell’organico perché in provincia di Cremona c’è anche una grande carenza di docenti, basta vedere il numero considerevole di supplenze che ci sono state e quest’anno sarà ancora peggio».

Fucili spianati anche da parte della Cisl: «La ripresa non è facile - osserva il segretario generale Asse del Po Salvatore Militello - le idee non sono chiare, la ministra deve metter mano al portafoglio perché le risorse stanziate non bastano, le linee guida sono fondamentali, ma quelle che ci sono non sono sufficienti per mettere al sicuro né i ragazzi né i docenti: il distanziamento è fondamentale, abbiamo bisogno di potenziare l’organico per sdoppiare le classi e quest’anno avremo un incremento inverosimile di docenti precari».

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