L'ANALISI
06 Luglio 2020 - 07:23
CREMONA (6 luglio 2020) - All’ingresso un dispositivo automatico inquadra il visitatore, misura la temperatura e solo dopo si aprono le porte per accedere alla Biblioteca Statale. Se non ci fossimo abituati alla cosa, sembrerebbe di stare in un film di fantascienza. I percorsi sono tracciata da nastri gialli e neri – modello Ape Maia o piste ciclabili – che distinguono l’itinerario di ingresso e quello di uscita. Sopra, nel grande salone dall’eleganza essenziale degli arredi anni Trenta gli addetti sono dietro barriere di plexiglass come impone la legge. Si può accedere alla consultazione – che si svolge nel salone di lettura – solo su prenotazione e in alcuni giorni. Le indicazioni di fruizione al pubblico non sono cambiate: tutto accade solo su prenotazione. Il silenzio è irreale, ma a mettere un po’ di angoscia è il grande salone. I posti sono stati dimezzati e a segnare dove non ci si può sedere sono dei fogli bianchi con il cartello e la scritta: «Vietato sedersi». Sul grande bancone in fondo un operatore lavora al computer davanti a una serie di tavoloni neri in cui risaltano i cartelli: ‘Vietato sedersi’.
L’atmosfera è irreale, ma non ci si dà per vinti come spiega la direttrice Raffaella Barbierato: «Abbiamo implementato le attività social e in rete. L’idea è quella di portare sul web alcuni tradizionali appuntamenti della Biblioteca per non interrompere i legami con i nostri frequentatori. Abbiamo anche rinnovato il sito rendendolo più facile da consultare e più accattivante. L’idea è inoltre quella di implementare i servizi online al di là di quelli del prestito e della possibilità di consultare – grazie a Google books – alcuni materiali storici e preziosi del nostro patrimonio librario».
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