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La protesta degli infermieri: «Schiavi al lavoro, non eroi»

Il sindacato Fials-Confsal attacca l’ospedale: «Reperibilità usata per tappare i buchi di organico». La Commissione di garanzia all’Asst: «Non svuoti il diritto di sciopero»

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

21 Giugno 2020 - 07:37

La protesta degli infermieri: «Schiavi al lavoro, non eroi»

CREMONA (21 giugno 2020) - «Lo strumento della pronta disponibilità degli infermieri viene utilizzato dall’Asst di Cremona sistematicamente come uno straordinario fasullo per far fronte ai buchi nell’organico degli infermieri e non per le emergenze, che invece giustificherebbero il richiamo al lavoro». Lo sostiene Stefano Lazzarini, segretario per la provincia di Cremona del sindacato autonomo di categoria Fials - Confsal che sulla questione ha aperto una vertenza con l’Asst di Cremona.
«Il servizio — prosegue Lazzarini — è istituito solo per casi e motivi di emergenza e non può essere richiesto agli operatori sanitari durante le ore diurne dei giorni feriali (sabato compreso), ma esclusivamente la notte e nei giorni festivi (domenica e festività). È quanto prevede l’articolo 28 del nostro contratto nazionale e noi non chiediamo null’altro se non l’applicazione di quanto previsto dal contratto. In realtà Asst di Cremona abusa della reperibilità utilizzandola come obbligo forzato per costringere i dipendenti, soprattutto del Pronto soccorso e 118 di Oglio Po ad effettuare prestazioni ordinarie, non assolutamente legate all’emergenza oltre a trasporti ordinari non urgenti». E da venerdì e fino al 28 di giugno gli infermieri che aderiscono alla protesta sindacale si rifiutano di rientrare al lavoro, se richiamati attraverso la pronta disponibilità. Così la Commissione di garanzia all’Asst: «Non svuoti il diritto di sciopero».

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