L'ANALISI
05 Giugno 2020 - 07:20
GALLIGNANO (5 giugno 2020) - Il sindaco Gabriele Gallina e i carabinieri soncinesi che hanno chiesto a don Lino Viola, parroco di Gallignano, di interrompere la messa che avrebbe violato le norme in materia di quarantena non hanno commesso alcun reato. A stabilirlo la Procura di Cremona che, ieri, ha deciso di archiviare la denuncia presentata dall’avvocato di Perugia Fulvio Carlo Maiorca.
Secondo Maiorca, legale ed ex giudice di pace del capoluogo umbro, i militari e il primo cittadino di Soncino non avrebbero dovuto cercare, in quell’ormai arcinota mattina del 19 aprile, di interrompere la funzione in corso a Gallignano e avrebbero addirittura violato la legge nel farlo. I magistrati hanno però rigettato la tesi di Maiorca precisando come «a fronte degli accertamenti compiuti, si ritiene che nel caso in esame non siano ravvisabili condotte penalmente rilevanti» da parte dei carabinieri «nel corso della funzione religiosa», che avrebbero invece «correttamente effettuato il controllo all’interno della chiesa» e «accertato la violazione della normativa disposta in relazione alla pandemia». Non ci sarebbero quindi «estremi di reato». Da qui l’archiviazione.
Chi invece dovrà rispondere dell’accaduto davanti alla corte è proprio il parroco che, a oggi, è accusato di aver violato le restrizioni imposte dall’allora vigente DPCM. Secondo i carabinieri che l’hanno denunciato, l’arciprete avrebbe dovuto sospendere la funzione e invitare i fedeli, anche questi poi tutti multati e denunciati, a uscire.
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