L'ANALISI
25 Maggio 2020 - 07:59
Il chirurgo canadese Dawnelle Topstad è stato tra i volontari della ong Samaritan’s Purse a Cremona
CREMONA (25 maggio 2020) - Il primo impatto con il Covid-19 l’ha avuto durante il volo da Calgary a Francoforte, scalo obbligato sulla rotta verso Cremona. Accanto a lei, in aereo, sedeva un liceale tedesco, di ritorno dal Canada per partecipare al funerale del padre, ucciso dal virus. La dottoressa Dawnelle Topstad, chirurgo generale a Calgary e volontario di Samaritan’s Purse, di lì a poche ore sarebbe entrata nell’occhio del ciclone Covid che si era scatenato sulla nostra città. Ed ora, dopo aver fatto ritorno a casa, racconta la sua lotta in prima linea contro il male proprio a partire da quel viaggio in aereo: «Sai bene che migliaia di persone sono morte a causa di questo virus, ma finché non colpisce qualcuno che con cui sei in contatto diretto è difficile che la consapevolezza raggiunga il tuo cuore», ha dichiarato Topstad alla testata canadese Calgary Herald. Il secondo shock è arrivato al momento dell’atterraggio a Milano: ad accogliere la dottoressa c’era una pattuglia della Polizia, pronta a scortarla fino alla sconosciuta Cremona lungo le strade deserte di un Paese in lockdown, terrorizzato e ritirato in se stesso. Per il mese successivo, Topstad ha lavorato a turni di 12 ore nell’ospedale da campo che l’organizzazione umanitaria evangelica aveva allestito ai piedi dell’ospedale Maggiore. Un altro angelo canadese del team samaritano, la 26enne infermiera Savannah Koop del Rockyview Hospital di Calgary: «Sono colpita dalla gratitudine che ci hanno dimostrato. Ma quella grata, in realtà, sono io, perché ho vissuto un’esperienza davvero incredibile».
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