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ALLEANZA E VELENI

Brescia e Bergamo capitali della cultura. E Cremona «esclusa»

Ceraso e Fasani all’attacco: «Dispiace constatare l’assenza della nostra città». L’assessore Burgazzi: «Il progetto era avviato, poi è arrivata l’emergenza Covid»

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

17 Maggio 2020 - 08:02

Brescia e Bergamo capitali della cultura. E Cremona «esclusa»

I sindaci Giorgio Gori, Gianluca Galimberti ed Emilio Del Bono durante una esecuzione musicale sotto i portici di palazzo Cittanova

CREMONA (17 maggio 2020) - È arrivata come una doccia fredda l’annuncio che Brescia e Bergamo hanno presentato la loro candidatura come capitali della cultura per il 2023. «I sindaci di Bergamo Giorgio Gori e Brescia Emilio Del Bono con i rispettivi assessori alla cultura Nadia Ghisalberti e Laura Castelletti, hanno annunciato di essersi alleati per un obiettivo: candidarsi insieme a Capitale italiana della Cultura 2023 — afferma Maria Vittoria Ceraso di Viva Cremona —. Le due città, gravemente colpite dal Coronavirus, hanno voluto stringere un’alleanza per diventare simbolo di rinascita e ripartenza. Il progetto ha già identificato una partnership importante con il gruppo Ubi Banca. Un modo per guardare al futuro con ottimismo e nel segno della rinascita dei due territori». E in merito si chiede Ceraso: «E la nostra Cremona? La candidatura a Capitale italiana della Cultura non era forse uno dei punti cardine del programma del sindaco Galimberti? Come mai, nonostante la stretta amicizia manifestata anche in campagna elettorale con i due sindaci di Brescia e Bergamo, dello stesso colore politico del nostro sindaco, Cremona è rimasta esclusa da questo progetto?».

«Sono dispiaciuto perché ancora una volta Cremona sembra destinata ad andare al traino — afferma Federico Fasani di Forza Italia —. Capisco il momento di emergenza e le priorità, ma mi chiedo come mai i due sindaci siano riusciti a portare avanti il progetto e noi invece no, siamo rimasti fermi».

Così l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi: «Avevamo iniziato a lavorare al progetto di Cremona capitale della cultura, poi l’emergenza Covid-19 ha bloccato un po’ tutto, insieme ad altre priorità che stanno interessando l’amministrazione in campo culturale. Non è detto che Cremona non rientri in questa strategia, nei prossimi giorni ci attiveremo per capire le prospettive per rientrare in gioco o semplicemente per capire quali possono essere i margini d’azione. Rimango fiducioso».

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Commenti all'articolo

  • giulio.isernia

    17 Maggio 2020 - 09:59

    Perché non proporre una candidatura unica delle 5 città maggiormente colpite dal Covid: Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza?

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