L'ANALISI
14 Maggio 2020 - 09:24
BOLOGNA (14 maggio 2020) - Ricomincia oggi nel carcere bolognese della Dozza, nonostante parecchie incertezze legate all’emergenza Covid-19, il processo d’appello Aemilia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord. Alla sbarra ci sono anche Pierino Vetere e Maurizio Cavedo di Castelvetro Piacentino, condannati in primo grado rispettivamente a 23 e 18 anni di carcere. Per il primo, nelle scorse settimane l’avvocato Lino Miraglia del foro di Modena, aveva presentato istanza di scarcerazione: è stata respinta nonostante i problemi di salute del 47enne, legati proprio al Coronavirus. Nel frattempo il muratore castelvetrese ha effettuato il tampone di controllo, risultando negativo. Rigettata, nei giorni scorsi, anche la richiesta avanzata dai legali di Nicolino Grande Aracri, il boss cutrese che secondo l’accusa era proprio il capo e riferimento della cosca operante fra Piacentino e Cremonese.
Durante l’udienza di oggi potrebbe essere decisa una ulteriore sospensione del processo, visto che l’aula bunker della Dozza, allestita per ospitare i legali dei 120 imputati oltre ai giornalisti, per ragioni sanitarie legate all’emergenza potrà invece essere occupata al massimo da 45-50 persone. E' stato proposto un rinvio, utilizzando il tempo massimo previsto dal decreto legge Cura Italia, il 30 giugno. Oggi il responso.
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