L'ANALISI
29 Aprile 2020 - 08:26
CREMONA (29 aprile 2020) - Tutte le farmacie e le parafarmacie italiane «saranno messe in condizione – si legge in una nota degli uffici del commissario straordinario, Domenico Arcuri – di vendere a tutti i cittadini le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 50 centesimi di euro, al netto dell’Iva». Il prezzo massimo, indicato dal Governo con l’obiettivo di evitare speculazioni, aveva inizialmente generato più di una perplessità e qualche tensione all’interno della filiera produttiva e distributiva: quei 50 centesimi erano sembrati, sulle prime, un limite inaccettabile e insostenibile. Poche ore dopo, però, è arrivato il chiarimento con tanto di accordo sottoscritto, nero su bianco, da Arcuri e dai rappresentanti di Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm. L’intesa prevede che alle farmacie che hanno acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un «ristoro» e saranno «assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo».
Le farmacie, comprese quelle cremonesi, sono ora in attesa di ricevere le indicazioni operative: «Ci adeguiamo doverosamente alla soluzione individuata dal Governo – commenta Guglielmo Leggeri, titolare della farmacia Sant’Ambrogio –. Al momento i nostri canali distributivi non ci consentono di disporre di mascherine a costo calmierato e gli scaffali, purtroppo, sono ormai vuoti. Confidiamo di superare quest’impasse in tempi rapidi». Leggeri conferma che i casi di speculazione non sono mancati neppure sul nostro territorio: «Nelle scorse settimane abbiamo ricevuto proposte di qualsiasi genere. Abbiamo sempre optato per soluzioni convenienti per il pubblico». Addirittura c’è chi, per non gravare sulle tasche della clientela, ha venduto le mascherine sottocosto. È il caso di Guido Ziliotti, proprietario della farmacia di porta Venezia: «Le ho pagate 4 euro, le ho rivendute a un euro e mezzo. In troppi si sono approfittati indegnamente della situazione – racconta –. Il prezzo fisso non solo serve ad interrompere le dinamiche speculative, ma garantisce la qualità del prodotto. In molti casi, infatti, ci siamo visti propinare mascherine senza alcuna efficacia e che non potevano in alcun modo essere considerate dispositivi di protezione. Ovviamente ci siamo sempre rifiutati di acquistarle. L’accordo stretto fra il commissario straordinario e le associazioni di settore è molto positivo. Resta un rammarico: si sarebbe potuto sottoscriverlo molto tempo prima».
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