L'ANALISI
15 Aprile 2020 - 08:02
CREMONA (15 aprile 2020) - Secondo i rumors sarà il 18 maggio la data d’avvio della «fase 2» per i bar, i ristoranti e i locali notturni. Sulla riapertura dei pubblici esercizi pesano numerosi interrogativi di ordine sia operativo che economico: chi lavora dietro a un bancone chiede regole certe per proteggere sé e i clienti, ma cerca anche garanzie finanziarie per rialzare le saracinesche con un minimo di serenità.
La sezione provinciale della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi non nasconde le preoccupazioni che gravano sulla categoria: «Per le nostre casse, vuote da troppo tempo, dovremmo augurarci di poter ripartire quanto prima, ma in questo momento l’emergenza sanitaria rappresenta la priorità assoluta – commentano il presidente, Emiliano Bruno, e il suo vice, Alessandro Lupi –. A causa della situazione estremamente critica probabilmente qualcuno non potrà permettersi di riaprire. Per assicurare un futuro al settore devono essere stabilite agevolazioni specifiche, perché i nodi da sciogliere sono tanti». Due quelli più stringenti: da un lato le incertezze sul fronte bancario legate all’applicazione del decreto liquidità; dall’altro la sicura riduzione dei profitti, inevitabile conseguenza delle disposizioni sulla distanza di sicurezza. «Ci auguriamo di poterci sedere attorno a un tavolo con le autorità per discutere di misure straordinarie – dichiarano Bruno e Lupi –. Ad esempio, come potremo far fronte ai tributi locali? E ancora, come riusciremo a pagare gli affitti? I proprietari dei muri meritano garanzie, che però non possono certo arrivare da noi».
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