L'ANALISI
08 Marzo 2020 - 22:19
CREMONA (8 marzo 2020) - Vietati i colloqui nelle carceri per l’emergenza Coronavirus, fino al 31 maggio. E anche in uno dei due padiglioni di Cà del Ferro è scoppiata la rivolta. Nessuno ferito né tra i rivoltosi — una cinquantina — né tra gli agenti della polizia penitenziaria. «La rivolta è scoppiata alle otto di sera. Hanno bruciato i materassi, danneggiato le suppellettili», ha raccontato il comandante Parentera alle 22, quando la protesta non era ancora «completamente rientrata». Presso la casa circondariale, in supporto agli uomini della Polizia Penitenziaria, sono intervenuti i carabinieri, la polizia e la polizia locale in tenuta antisommossa e i vigili del Fuoco.
“Da due giorni - è il commento del sindacato Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria - assistiamo, con preoccupazione, a crescenti episodi di violenza in diverse carceri del Paese, una situazione che stiamo costantemente monitorando attraverso le nostre strutture regionali sul territorio. La frangia più violenta dei detenuti di alcuni penitenziari, spalleggiati all’esterno da movimenti di solidarietà costituiti da loro familiari, sta strumentalizzando alcune decisioni assunte dal Governo per fronteggiare l’emergenza “coronavirus” (prese a tutela dei detenuti stessi, dei loro familiari e di chiunque in carcere lavori) per distruggere e rendere inutilizzabili celle e interi Reparti detentivi, anche sollecitando provvedimenti straordinari clemenziali. Auspico che la risposta dello Stato sia ferma in termini penali e disciplinari verso i responsabili delle devastazioni, che non posso prendere a pretesto una vera e propria emergenza nazionale per porre in essere aggressioni e violenze".
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