L'ANALISI
EMERGENZA SANITARIA
29 Febbraio 2020 - 18:46
CREMONA (29 febbraio 2020) - «La situazione all’ospedale di Cremona è molto complessa, come a Lodi». Così Angelo Pan, direttore dell’unità Malattie infettive dell’Asst di Cremona, che come i colleghi lavora «12-14 al giorno» per l’emergenza coronavirus. «Carico di lavoro e disponibilità di posti letto sono il primo problema - dice all’Ansa -. A me servirebbero tre infettivologi, forse ora servono 2-3 persone per specialità. Se le dimensioni dell’epidemia aumentano bisognerà riorganizzare il sistema sanitario per aprire ospedali dedicati».
Ci sono pazienti «in condizioni gravi. La maggior parte sono anziani con altre patologie sottostanti, ma la regola non è il 100%: c'è anche qualche giovane in terapia intensiva, ma ora non so quanti». ha detto ancora Pan, spiegando che nel suo ospedale medici contagiati dal coronavirus «per fortuna ora non risultano. Purtroppo, però, capiterà di sicuro, questo virus è cinque volte meno feroce della Sars ma il personale sanitario a contatto è a rischio».
Già ieri nella riunione in Regione Lombardia ha condiviso la necessità di prolungare le limitazioni. «Così magari, anziché avere mille pazienti in tre settimane ne avremo 800 in 12 e il sistema riuscirà a gestire la questione. Se arrivano migliaia di pazienti tutti insieme no», ha notato il medico, che è anche presidente della Simpios (Società italiana multidisciplinare per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie), e tiene a ricordare che «l'igiene delle mani è uno strumento fondamentale di prevenzione».
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