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CREMONA. PELLEGRINAGGIO

VIDEO Don Celini in Siria e in Libano per la pace

Il sacerdote è incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e il dialogo interreligioso. Accompagna l’icona di Nostra Signora dei dolori benedetta da Francesco a settembre

Daniele Duchi

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02 Febbraio 2020 - 14:03

VIDEO Don Celini in Siria e in Libano per la pace

CREMONA (2 febbraio 2020) - È un viaggio denso di significato, quello di don Federico Celini in Siria e Libano, sia per la vicinanza che esprime ai fratelli cristiani perseguitati del Medio Oriente, sia per la sua caratura ecumenica. In questo viaggio, che ha l’intento di essere una piccola, ma sentita e convinta testimonianza di fraternità nei confronti dei cristiani perseguitati del Medio Oriente, il sacerdote cremonese incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e il dialogo interreligioso, oltre che parroco di Sospiro, alloggerà In Siria nella città martire di Homs, presso il convento dei Padri Gesuiti e in Libano a Beirut, presso i Padri dell’Ordine Maronita Libanese. Fino al 5 febbraio don Celini sarà quindi in quelle regioni martoriate da una terribile guerra, per accompagnare il pellegrinaggio per la pace in Siria dell’icona realizzata dal prete greco-ortodosso Spiridion Kabbash, che papa Francesco ha benedetto lo scorso 15 settembre con il titolo di Nostra Signora dei dolori – Consolatrice del popolo siriano e che è stata consegnata alla Associazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre. L’invito gli è stato rivolto da père Charbel Eid, maronita, a cui Acn (Aid to the Church in Need) International ha affidato il compito di coordinare e condurre il pellegrinaggio dell’effigie nelle diocesi siriane, cattoliche e non. Questa icona percorre la Siria in un lungo pellegrinaggio per la pace. L’idea è di pregare per la pace davanti a essa in più località di quel Paese devastato. Questo pellegrinaggio, iniziativa della Associazione di diritto pontificio Acn International, è coordinato e guidato in Siria dal monaco padre Charbel Eid, dell’Ordine Maronita Libanese e rappresenta una testimonianza reale della volontà di pace dei cristiani in Siria, uniti nella diversità. L’iniziativa avrà termine la domenica di Pentecoste, festa per eccellenza dell’unità cristiana nella diversità, ad Aleppo, dove l’icona dovrebbe arrivare in Quaresima. Il realizzatore di questa icona, il prete greco–ortodosso Spiridion Kabbash è originario di Homs, estesa regione che ospita anche la Wadi al Nasara (la Valle dei cristiani), dove numerosi villaggi ormai rasi al suolo erano essenzialmente cristiani. A Homs l’icona è già stata esposta nella cattedrale siriaco–cattolica, in quella della diocesi di Homs e di Hama dei siriaci–ortodossi, presso le suore cattoliche dei sacri Cuori di Gesù e Maria e i greci–ortodossi del Patriarcato di Antiochia. L’icona lascerà Homs dopo essere stata accolta dai greci–melchiti della città. In occasione della festa della Candelora, l’icona si troverà presso i padri gesuiti di Homs. È in questa comunità ignaziana che risiedeva il gesuita olandese Frans van der Lugt. Non aveva mai voluto lasciare la città malgrado tutte le minacce. È stato assassinato il 7 aprile 2014. La causa di beatificazione è stata aperta nel 2019, ma da subito molti siriani sono venuti e vengono a pregare per la pace sulla sua tomba.

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