L'ANALISI
01 Febbraio 2020 - 11:49
Riccardo Crotti (primo a sinistra) durante una fase dei lavori della kermesse di Confagricoltura a Roma
ROMA (1 febbraio 2020) - Alla ‘due giorni’ di Confagricoltura che si conclude oggi nella capitale, la Libera Associazione Agricoltori Cremonesi è rappresentata dal presidente Riccardo Crotti, affiancato dal vice direttore Renzo Ardigò.
Un appuntamento valutato con piena soddisfazione dallo stesso Crotti, che ha voluto sottolineare in primo luogo il concreto e imponente sforzo di analisi ed approfondimento posto in essere nel corso dell’iniziativa.
«Dopo l’introduzione del nostro presidente nazionale Massimiliano Giansanti - ha precisato il leader della Libera - si sono insediati ben dodici tavoli tematici, nei quali imprenditori agricoli, esponenti del mondo della trasformazione e docenti universitari hanno lavorato a definire al meglio il complesso rapporto fra identità e futuro» dell’organizzazione di Palazzo della Valle.
Un lavoro che prosegue anche nella giornata conclusiva di oggi, prendendo le mosse dalla centralità di Confagricoltura giunta al traguardo dei suoi primi cent’anni di storia, e dalla sua ‘mission’ di tracciare una prospettiva di ulteriore crescita e sviluppo per il comparto primario nazionale.
«Le nuove esigenze dell’alimentazione, in un mondo che continua a crescere e che tra soli trent’anni conterà 11 miliardi di persone da sfamare, accrescono la nostra responsabilità nel saperci attrezzare per una sfida nella quale servono più produzione, a livelli invariati e dunque altissimi di qualità e di sicurezza alimentare», ha proseguito il presidente della Libera.
Tutto questo «in uno scenario sempre più profondamente segnato da radicali e profondi mutamenti climatici e da un crescente bisogno di sostenibilità».
L’obiettivo della ‘due giorni’, che apre ufficialmente le celebrazioni per i cent’anni di Confagricoltura, è allora quello di «mettere sempre meglio a fuoco l’organizzazione del futuro, presente e protagonista nelle grandi sfide che ci attendono. Al passo con tempi che evolvono in modo straordinariamente veloce e con le esigenze delle imprese; senza mai perdere di vista il legame profondo e robusto con ciò che siamo stati, che siamo e vogliamo continuare ad essere per l’agricoltura italiana».
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