L'ANALISI
29 Gennaio 2020 - 08:55
Il sessantenne Luigi Guerrino
CREMONA (29 gennaio 2020) - «Tenetevela pure, la vostra carta», ha sbottato Luigi Guerrino davanti ai funzionari dell’Inps. E la carta è quella del reddito di cittadinanza. Caricata con 40 euro: a tanto ammonta il contributo mensile riconosciuto a Guerrino dallo Stato. «E questa sarebbe una misura di contrasto alla povertà? A me pare, piuttosto, un sussidio miserevole per chi, come me, non ha neppure l’indispensabile per vivere. Basterebbero una giornata di lavoro e una svista per rischiare pene pesantissime. Mi sento in gabbia». Parole come proiettili avvelenati. Guerrino è andato all’Inps deciso a restituire la sua card elettronica, rinunciando a quelle poche decine di euro che gli vengono erogate da tre mesi a questa parte. «Un insulto», afferma l’uomo con tono amaro e disperato.
Guerrino, 60 anni, vive in indigenza: «Non ho una casa, né un’auto e neppure un ombrello – dice –. Sto in mezzo a una strada». Nato in provincia di Salerno, si è trasferito a Cremona quasi trent’anni fa: «Ho sgobbato nel settore edile fino a che la crisi non mi ha tolto ogni possibilità di trovare un lavoro». L’ultimo impiego risale al 2017: «Sono andato ad Avellino, pur di racimolare un po’ di soldi». Ora tira avanti grazie alla benevolenza di qualche amico: «Almeno riesco a farmi una doccia». E la famiglia? «C’è ma non c’è». L’uomo glissa su una storia personale difficile e tribolata, passata anche per le aule dei tribunali. Così, solo e senza una tetto sopra le testa, il 60enne ha fatto richiesta del reddito di cittadinanza: «Il mio Isee parla chiaro: nel 2018 ho percepito in tutto 230 euro», afferma, mentre indica con gesto stizzito le tre cifre stampate sul certificato. Guerrino dava per scontato di avere diritto ad un sostegno economico ben più cospicuo dei 40 euro che si è ritrovato caricati sulla prepagata in plastica gialla. Ieri mattina si è presentato di nuovo agli uffici dell’Inps.
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