L'ANALISI
10 Gennaio 2020 - 08:13
La docente della Cattolica Guendalina Graffigna e una vetrina di saldi
CREMONA (10 dicembre 2020) - Crisi dei saldi, il commercio che muore. I consumatori non sembrano rispettare più neppure i tradizionali appuntamenti del commercio, in primis le grandi campagne di scontistica. Quali sono i motivi? Quale può essere la soluzione? I commercianti chiamano in causa il Comune, danno la colpa ai centri commerciali e all’e-commerce. Per cercare di dare una spiegazione al fenomeno e ipotizzare una prospettiva d’azione differente, ecco il punto di vista di Guendalina Graffigna, docente di Consumer food psychology and marketing intelligence e di psicologia applicata al marketing sociale presso l’Università Cattolica di Cremona e Piacenza.
«I motivi della disaffezione ai saldi sono diversi e non riguardano il saldo in sé — spiega —. Il consumatore, soprattutto dopo la crisi, va in cerca sempre e comunque della possibilità di soddisfare un suo desiderio, ma senza spendere più del dovuto. E soprattutto pianifica le occasioni di spesa, decidendo a cosa rinunciare e non necessariamente questo riguarda il superfluo. Le vacanze si continuano a fare, ma andando in cerca dell’offerta e del tutto incluso, piuttosto che del last minute. L’obiettivo è quello del massimo risultato con una spesa adeguata e conveniente».
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