L'ANALISI
17 Dicembre 2019 - 19:19
CREMONA (17 dicembre 2019) - Al gip che oggi lo ha interrogato, «ha spiegato come sono andati i fatti, ha chiarito tutti gli aspetti » e «la sua ricostruzione collimava con le risultanze e i primi accertamenti fatti dai carabinieri. È rimasto anche abbagliato dal sole, non li ha, li ha visti all’ultimo». Li ha ‘visti all’ultimo’, Mirko Gianesini, 35 anni, il saldatore di Verolanuova (Brescia) da sabato sera in carcere dopo aver travolto con la sua Volvo V50, ed ucciso, i ciclisti Francesco Bianchi, 70 anni, ferroviere in pensione, e Gianfranco Vicardi, 67 anni.
Accusato di pluriomicidio stradale aggravato, resta in carcere Gianesini, in auto ubriaco, con un valore di alcol nel sangue tre volte oltre i limiti. Inoltre, la sua Volvo non era assicurata e non era nemmeno stata fatta la revisione. Così ha deciso il gip del Tribunale di Brescia, Luca Tringali, che ha convalidato l’arresto e confermato il carcere, anche perché nessuno, né i parenti né gli amici, hanno dato la disponibilità ad accogliere Gianesini gli arresti domiciliari. «Il problema vero è che non abbiamo un luogo dove mandarlo — ha detto l’avvocato Roberto Pizio, di Breno — Non abbiamo trovato un posto disponibile, lo stiamo cercando ancora. Vediamo se riusciamo con qualche parente», ma «fino ad adesso è andata male». E «senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni che ha fatto», nel faccia a faccia con il gip, l’automobilista «ha chiarito tutto quello che doveva chiarire ed il giudice, secondo me, ha apprezzato».
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