CALCIO
13 Dicembre 2019 - 08:44
Un blitz dei carabinieri nel bosco della droga a Rogoredo: lo frequentavano anche i cremonesi
CREMONA (13 dicembre 2019) - La Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia conferma un’esigenza ormai imprescindibile — servono servizi capaci di avvicinare e ascoltare le persone prima che l’uso di droghe si trasformi in una condizione di dipendenza grave e in situazioni di grave rischio — e allunga un’ombra sinistra sul territorio: dalle pieghe del report, infatti, si apprende che da Cremona, da Crema e dal Cremonese sarebbero partiti diversi dei frequentatori del famigerato bosco della droga di Rogoredo. Dalla provincia si andava nel Milanese per procurarsi stupefacente: per assunzione personale ma anche per spacciare. Sono gli interventi che gli esperti chiamano «di prossimità», di riduzione del danno e limitazione dei rischi, a tenere banco nella relazione. «Servono luoghi e operatori capaci di accogliere ragazzi, genitori, persone che hanno un problema con le droghe o, semplicemente, ne fanno un uso non consapevole» il messaggio. Lanciato valutando come oggi, secondo i riscontri raccolti, passino mediamente tra gli otto e i dieci anni dal primo manifestarsi di un consumo problematico all’arrivo ai servizi. E, nel solo 2018, sono state più di 40 mila le persone segnalate alle prefetture per consumo di droghe. La relazione appena presentata al Parlamento contiene diversi dati allarmanti. Aumentano l’uso di eroina, i ricoveri in ospedale per eroina e cocaina, i decessi per droga (334 nel 2018). Nell’anno passato sono state inserite nelle tabelle degli stupefacenti 49 nuove sostanze e altrettante sono entrate e uscite rapidamente dal mercato. Si corrono più rischi e, a volte, non si sa nemmeno cosa si sta assumendo.
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