CALCIO
04 Dicembre 2019 - 18:30
CREMONA (4 dicembre 2019) - Per tredici anni è stato bidello in un istituto scolastico superiore. Professori e studentesse di lui hanno sempre parlato bene: un punto di riferimento nella scuola. Uno di quei bidelli che ti dicono ‘brava’ sei ha preso un bel voto, che ti incoraggiano se è andata male: «La prossima volta andrà meglio». A voce, ma, soprattutto, su WhatsApp o attraverso messenger, perché di molte studentesse lui aveva il numero di telefonino. In aula, con il suo papà, oggi c’era la studentessa che lo accusa. Per via dello sciopero degli avvocati penalisti, il processo per adescamento di minorenne è stato rimandato al 18 dicembre. Le nove righe di capo di imputazione raccontano che un anno fa, prima che scoppiasse il caso, che venisse sospeso per alcuni giorni e infine licenziato, il bidello avrebbe inviato alla studentessa «numerosi messaggi» a sfondo sessuale. Ma il consulente tecnico della Procura che ha esplorato i vari computer e telefonini del bidello, mettendoci quattro giorni per scaricare una montagna di materiale, non ha trovato alcunché.
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