CALCIO
01 Ottobre 2019 - 20:18
CREMONA (1 ottobre 2019) - Il 28 maggio del 2008 è diventato funzionario di cassa ed il 6 giugno successivo contabile di cassa. Un funzionario impeccabile e un gran lavoratore, Renato Fiamma, economo del carcere con la passione per la politica, già consigliere comunale del Pd. Il 9 marzo del 2017, in Posta si accorge che nella valigetta manca una delle quattro buste contenenti i soldi da versare nel Fondo detenuti. Mancano 14.487,37 euro. Disperato, Fiamma fa cercare quella busta nell’ufficio al primo piano della palazzina della direzione. Ma non c’è. In quei giorni prova a ripianare l’ammanco. Come? Chiede aiuto agli amici. Ma non ci riesce. E così, presenta un esposto in Procura. Da oggi Fiamma è sul banco degli imputati, accusato di peculato, di aver cioè sottratto quei 14 mila euro.
Il 9 marzo, in Posta va con l’assistente Costabile Pascale. «Ad un tratto, mi è sembrato molto turbato. Mi ha confidato che gli mancava una busta e che avrebbe telefonato in istituto per sentire se l’avesse dimenticata lì».
Fiamma chiama l’assistente amministrativo Nicola Migliorati. «Mi ha chiesto di andare a controllare se nel suo ufficio c’era una busta gialla. Forse l’aveva lasciata sul tavolo o magari era caduta. Ho guardato, ma non l’ho vista».
L’ufficio di Fiamma è un ‘porto di mare’. In passato, teneva la porta chiusa a chiave. Poi l’ha dovuta lasciare aperta. Perché lì «c’era la macchinetta del caffè dove si riunivano i colleghi dell’area contabile», ha spiegato il collega, contro esaminato dall’avvocato Paolo Carletti, difensore di Fiamma. E sempre lì «c’erano i detenuti che facevano le pulizie». Mettevano spazzoloni e detersivi «in un locale di fronte all’ufficio di Fiamma; i detenuti erano senza scorta». Non solo. «C’era anche una scala interna, dalla quale chiunque poteva avere accesso — ha detto Migliorati — ed una volta, non ricordo quando, ho trovato una persona da sola nell’ufficio di Fiamma. Dopo questi fatti è stata messa una telecamera». Ed ancora: «Tutto il contante che Fiamma maneggiava si trovava in cassaforte. Quando era sul tavolo, è perché lo stava conteggiando. E quando faceva queste operazioni, diceva a tutti di uscire».
Il 29 gennaio prossimo, l’avvocato Carletti porterà a testimoniare uno degli amici a cui Fiamma aveva chiesto un prestito. Lo stesso funzionario si difenderà.
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