L'ANALISI
25 Settembre 2019 - 08:12
CREMONA (25 settembre 2019) - Come il famoso bicchiere pieno a metà, anche l’esondazione delle biciclette dal parcheggio alla stazione ferroviaria può innescare un’interpretazione ottimistica. Da una parte, infatti, c’è la soddisfazione per l’inquinamento risparmiato grazie a tante persone che hanno scelto la bici per muoversi quotidianamente. Ma, dall’altra parte, c’è anche la preoccupazione per uno spazio che in qualche caso rischia di trasformarsi in una discarica. Fra i tanti mezzi legati in maniera appropriata agli appositi sostegni, infatti, non mancano i ‘fossili’ abbandonati da tempo, magari con le ruote ormai sgonfie o addirittura fatti a pezzi e ridotti allo ‘scheletro’. L’altra mattina, fra le bici, c’era addirittura un ventilatore a colonna, poi asportato oppure recuperato dal proprietario.
Chi poi subisce un disagio tutto particolare sono i tassisti che vivono questa zona tutta la giornata. Le auto hanno un parcheggio riservato lungo il piazzale. Sul marciapiedi, sotto una apposita tettoia che ospita anche una panchina di marmo, c’è il telefono per rispondere alle chiamate di chiama una corsa al numero 0372 26740. «Ma purtroppo — spiegano Battista Garibaldi, Pasquale Marzio e Vincenzo Posca — la gente lega le biciclette ai pali della pensilina o addirittura al telefono, rendendoci ardui rispondere. L’altro giorno — racconta Marzio — ho dovuto scavalcare le bici strappandomi la camicia per rispondere ad una chiamata».
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