L'ANALISI
22 Settembre 2019 - 07:54
CREMONA (22 settembre 2019) - Il piccolo Leo non c’è più. E aveva soltanto due anni. Si sarebbe probabilmente salvato se la legge approvata esattamente un anno fa fosse entrata in vigore in tempi ragionevoli anziché incagliarsi in un decreto attuativo scritto e poi riscritto, respinto e poi accettato dalla Commissione europea. Da ieri, però, la notizia è che mentre l’Italia piange un altro bimbo dimenticato in auto, il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, assicura che entro fine mese, dopo il via libera del Consiglio di Stato, i seggiolini salva bebè saranno finalmente legge.
Sulla questione si pongono domande i genitori, prova a dare risposte, dal proprio osservatorio privilegiato, chi di sicurezza si occupa ogni giorno. Pierluigi Sforza, comandante della polizia locale, parte dai numeri: «Il corretto montaggio e utilizzo dei seggiolini rientra nel comparto dispositivi di ritenuta che contempla anche le cinture di sicurezza. Posso dire che nel 2018, per l’inosservanza alle disposizioni, abbiamo elevato 195 multe e nel 2019, sino ad ora, 131. Non sbaglio se dico che quelle specifiche per l’uso scorretto del seggiolino possono rappresentare l’otto, massimo il dieci per cento del complesso. La sensazione, comunque, è che la larga parte dei genitori abbia sensibilità e attenzione. Noi facciamo controlli ma soprattutto sensibilizzazione a scuola, dalle materne alle medie».
Nelle scuole ma anche negli ospedali piuttosto che nei luoghi di ritrovo delle mamme va, da sempre, il vice questore aggiunto Federica Deledda, comandante della polizia stradale, mamma anche lei. Quasi una battaglia, quella che l’ha vista protagonista negli anni proprio sul fronte della sicurezza dei bambini trasportati in auto. Ed è una battaglia che continua: culturale, non a colpi di multe ai genitori disattenti.
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