CALCIO
07 Settembre 2019 - 12:57
CREMONA (7 settembre 2019) - Botte, minacce, insulti e aggressioni nei confronti della mamma e in qualche occasione del compagno della donna per avere denaro. Una furia inaudita che si protrae da quattro anni a questa parte e che ha portato la 47enne, al culmine dell'ennesima esplosione di violenza del figlio, a rivolgersi ai carabinieri. Nei confronti del 20enne, denunciato per maltrattamenti, è stata emessa la misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione e del divieto di avvicinamento, emessa dal gip del tribunale di Cremona.
La donna, 47 anni rappresentante di commercio, si è presentata in caserma nei giorni scorsi denunciando le violenze subite in maniera sistematica negli ultimi quattro anni. Il figlio pretendeva denaro in continuazione e nel momento in cui le richieste non venivano assecondate dalla madre, la donna veniva presa per la gola, strattonata, picchiata, insultata e minacciata. Non solo, il giovane si accaniva anche contro gli arredi e le suppellettili rompendoli o danneggiandoli. Potendo contare su una notevole prestanza fisica, il 20enne riusciva, in alcune occasioni, a maltrattare anche l'attuale compagno della 47enne. All'apice di uno dei momenti di ira, manifestato di fronte al rifiuto da parte della madre ad accondiscendere all'ennesima richiesta di denaro, il 20enne ha sfondato a calci la porta di una stanza dove la donna si era rifugiata per sfuggire alla violenza del figlio. Alla luce di questo episodio e dello stato di sofferenza, avvilimento, prostrazione e timore per la propria incolumità, la donna ha contattato i carabinieri.
Al 20enne che non risulta lavorare e che di recente ha lasciato spontaneamente un posto di lavoro in un’azienda alimentare della città, dicendosi contrario ad essere sfruttato per uno stipendio a suo dire misero, è stato quindi ordinato: di allontanarsi dalla sua abitazione di residenza, non avvicinarsi in ogni caso alla madre, ad una distanza inferiore ai 100 metri e di allontanarsi immediatamente in caso di incontro casuale e di non avvicinarsi ai luoghi abituali frequentati dalla persona offesa, luogo di lavoro e di svolgimento di abituali attività sociali.
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