L'ANALISI
03 Agosto 2019 - 07:44
GENIVOLTA (3 agosto 2019) - Galleggia, si sposta in base alla corrente, ogni tanto perde consistenza ma poi, con l’arrivo di nuovo materiale, la riacquista. C’è un’isola galleggiante interamente composta da rifiuti in plastica, in grande parte bottiglie di vario formato, che ristagna da giorni in uno degli snodi idraulici delle Tombe Morte. Uno sfregio nel cuore di una delle oasi naturalistiche più verdi e incontaminate del territorio cremonese. Da dove siano arrivati tutti quei detriti si può solo ipotizzare. Ma non è compito così arduo. Seguendo le indicazioni di chi conosce bene quel dedalo di canali e corsi d’acqua di tutte le dimensioni, si scopre che il naviglio in questione è una derivazione dell’Oglio, che attraversa tutta la Bassa Bergamasca da Torre Pallavicina a Pumenengo, scende verso il Cremasco attraverso Ticengo e Cumignano, e poi confluisce alle tombe di Genivolta, dove passa sotto la cascata e incrocia altri canali. Ieri mattina, con il braccio meccanico di una ruspa, un dipendente del Consorzio Irrigazioni Cremonesi l’ha ripulito, portando via però solo ramaglie e terriccio in quanto facilmente smaltibili. Per la plastica, invece, toccherà inevitabilmente al Comune interessato dall’inquinamento, con costi a carico dei cittadini. L’inciviltà non danneggia solo l’ambiente: molti non se ne rendono conto, ma alla fine si ritrovano a pagarla in bolletta.
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