L'ANALISI
REGIONE LOMBARDIA. LOTTA ALLA PESCA ILLEGALE
10 Luglio 2019 - 16:21
I guardiapesca impegnati lungo il fiume Po
CREMONA (10 luglio 2019) - Proseguono le attività istituzionali di contrasto al bracconaggio nel fiume Po. Nel 2018 era stato siglato il protocollo d'intesa triennale per il controllo della pesca illegale nel principale fiume italiano tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, le prefetture di Milano, Torino, Venezia e Bologna e l'autorità di bacino del fiume Po. In attuazione al documento, Regioni e Province coinvolte hanno individuato lungo tutta l'asta 166 potenziali punti di imbarco e sosta degli automezzi utilizzati nell'attività di bracconaggio. Entro la fine di agosto sarà elaborata una mappa interattiva che verrà messa a disposizione delle Prefetture per il monitoraggio dei siti.
"Le attività di pesca illegale - hanno dichiarato gli assessori regionali con delega alla Pesca di Lombardia ed Emilia-Romagna, Fabio Rolfi e Simona Caselli, presenti questa mattina a Palazzo Lombardia per il tavolo interregionale - hanno contribuito a indebolire la biodiversità nel Po e a diminuire il numero di esemplari di specie autoctone, come lo storione e l'anguilla. Per questo vogliamo intervenire con decisione e in maniera coordinata affinché vengano tutelata la fauna e le attività di pesca legale. Ora faremo una verifica su questi 166 punti di attracco per capire quali siano già utilizzati e concentrare meglio le energie".
Il piano operativo prevede un potenziamento delle forze di Polizia provinciale e locale anche con adeguamento delle attrezzature per il controllo notturno e la navigazione. I punti di imbarco pesca, sbarco e sosta degli automezzi di appoggio utili ed utilizzati nell'attività di bracconaggio, previsti per ogni provincia sono 8 a Ferrara, 14 a Parma, 16 a Piacenza, 11 a Reggio Emilia, 46 a Lodi, 13 a Mantova, 7 a Cremona, 42 a Pavia, 9 a Rovigo (in totale 166).
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