L'ANALISI
06 Luglio 2019 - 08:05
CREMONA (6 luglio 2019) - «Presidente Mattarella, giorni fa ho letto e ascoltato la ramanzina che ha fatto al Csm. Per la prima volta, un capo dello Stato ha avuto il coraggio di toccare un tasto che sta avvelenando tutto il sistema giuridico. A me hanno estorto cinque alberghi. Sono nato nel ‘42, in piena guerra, in una famiglia contadina indigente. Con la mamma si andava a spigolare e si viveva di elemosine. A 12 anni sono andato a cercare fortuna a Milano. Lavorando sodo, sono riuscito a farmi una posizione. La sorte mi è stata benevola, almeno fino a quando sulla mia strada ho incontrato i lupi, travestiti da agnelli».
Inizia così la lettera inviata nelle scorse ore da Lino Cauzzi al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Una missiva che ripercorre i tratti salienti della sua vicenda e della storia dell’hotel Hermes, alimentando interrogativi. «Sono stato costretto a cedere cinque hotel - scrive Cauzzi -. Criminali condannati, ma proprietà mai riavute».
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