L'ANALISI
28 Giugno 2019 - 20:47
Il dirigente della squadra mobile, Mattia Falso, durante la conferenza stampa dello scorso gennaio
CREMONA (28 giugno 2019) - I poliziotti li avevano filmati mentre, distrutti e accaldati sotto il sole, bevevano da una pozzanghera. Li avevano visti sfamarsi con una scatoletta di tonno che doveva bastare per tutti, dopo intere giornate di lavoro filate, senza pausa. E a tre euro al giorno, se andava bene: la paga per raccogliere e stoccare in magazzini indumenti usati, destinati in Tunisia su container che partivano dal porto di Genova. Sedici africani, i più giovani di 18 e 20 anni, gli altri quarantenni, sono le vittime reclutate da una ‘centrale’ del caporalato con Soresina, paese al alta densità di stranieri, per quartier generale. E che della raccolta di ‘stracci’ aveva fatto il proprio business redditizio: il giro di affari era sui 200, anche 300 mila euro. Oggi, i sette componenti dell’organizzazione criminale smantellata in gennaio dalla squadra mobile nell’ambito dell’operazione ‘Stracci d’Oro’, hanno patteggiato davanti al gup, pene da un anno a due anni e quattro mesi di reclusione.
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