L'ANALISI
23 Giugno 2019 - 19:40
I carabinieri della Scientifica al lavoro nella casa del delitto
CREMONA (23 giugno 2019) - Ha negato l’omicidio, ha negato di aver ucciso, accoltellandola, la sua bellissima bimba Gloria, due anni appena. Anzi. Spunta un rapinatore nel racconto di Kouao Jacob Danho, il papà ivoriano di 37 anni piantonato, in stato di arresto, in una stanza dell’ospedale Maggiore, dove sabato sera è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e se la caverà. Spunta, nella sua verità, un tizio che lo avrebbe inseguito sabato mattina, mentre con la figlioletta rincasava nell’appartamento al secondo piano di via Massarotti, civico 4, dopo essere andato a prendere Gloria alle nove del mattino nella casa protetta di via Bonomelli. Secondo la versione dell’ivoriano, in casa il presunto rapinatore avrebbe ucciso la piccola Gloria e ferito il suo papà.
Danho lo ha detto nel «faccia a faccia » con il sostituto procuratore, Vitina Pinto: quattro ore di interrogatorio cominciato all’una di notte e terminato alle cinque del mattino di ieri alla presenza del difensore Alessia Vismarra. L’ivoriano ha risposto a tutte le domande. «Non posso dire nulla, vi è il segreto istruttorio e la vicenda è molto delicata», ha tagliato corto il difensore.
Alla versione del papà ivoriano, i carabinieri del Nucleo investigativo ora cercano riscontri. Si sono messi a cercarli subito. Intorno alle undici di questa mattina, la Scientifica è tornata nella casa dell’orrore e si è intrattenuta fino alle due del pomeriggio. Qui, nella camera da letto, sabato sera gli investigatori avevano trovato, avvolto nel lenzuolo, il coltello da cucina lungo circa 30 centimetri. E su quel coltello ora saranno determinanti i rilievi per accertare se vi siano impronte digitali eventualmente diverse da quelle di papà Danho. Impronte diverse le hanno cercate in tutto il piccolo appartamento.
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