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CASTELVERDE

Si incolpa del mortale, ma alla guida c'era il marito

L'imprenditore Sambusseti travolto e ucciso in bici da un suv, la donna: 'Guidavo io', ma i video scoprono l'inganno

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

30 Maggio 2019 - 19:33

mortale

CASTELVERDE (30 maggio 2019) - Quattro del pomeriggio del 25 novembre scorso, domenica: un Suv con a bordo una famiglia, marito, moglie e due figli, travolge una bicicletta. A terra resta il corpo, senza vita, di Antonio Sambusseti, noto imprenditore di 51 anni. La tragedia accade a pochi metri dall’azienda di famiglia della vittima, la Cavel (Cavi E Fili Elettrici in via San Predengo a Costa Sant'Abramo.

«Guidavo io», dirà la donna alla polizia stradale. Ma proprio le telecamere della Cavel hanno svelato l’altra, sconcertante, verità. Al volante del Suv diretto a Castelverde, c’era, invece, il marito Alessandro Daniele Romani, operatore ecologico, accusato di omicidio stradale. La bugia è costata a sua moglie Ileandra Amodio l’autocalunnia, ipotesi accusatoria che le viene contestata nell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari, l’atto che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. 

Come ha spiegato l’avvocato Guido Giarrusso, legale della famiglia Sambusseti, le telecamere restituiscono l’immagine della donna che esce dal lato passeggero. E non perché la portiera del lato conducente si fosse boccata in seguito all’impatto. Quando nel corso delle indagini la verità è venuta a galla, marito e moglie lo hanno dovuto ammettere anche al loro avvocato Vito Castelli.

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