L'ANALISI
01 Maggio 2019 - 08:20
CREMONA (1 maggio 2019) - La storia di una vita in sessantotto ventole, costruite artigianalmente con materiali di riciclo e con una dedizione irriducibile, spinta dalla forza dai sentimenti. Nel quartiere Sant’Ambrogio, oltre il cancellino della prima villetta alle spalle dello snodo ferroviario, sorge un luogo tra i più originali e nascosti della città. E’ il visionario ‘bosco delle girandole’ di Giacomo Rebecchi, 86 anni portati con disinvoltura, ex macchinista delle FS in pensione.
A partire dagli anni Ottanta, Rebecchi ha dedicato anima e corpo alla costruzione di installazioni eoliche ispirate ai mulini a vento olandesi e al concetto universale di moto perpetuo. Quasi settanta ingranaggi che circondano l’orto dell’abitazione di Via dei Ferrovieri Caduti dove l’inventore cremonese risiede dal ‘74 al fianco della moglie Pierina, inventati a tavolino raffigurando le immagini e le metafore della propria esistenza. Tutti progettati con squadra e righello, rigorosamente dipinti a mano su tele di alluminio e sorretti da pezzi di biciclette usate (tubi di sterzo, ruote) e da pali. Nelle giornate più limpide e ventilate, le 68 ventole in movimento disegnano un sorprendente spettacolo di colori e di armonia che merita una sosta.
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