L'ANALISI
14 Aprile 2019 - 08:26
Paolo Perucchini e Beppe Giulietti
CREMONA (14 aprile 2019) - Più che gli insulti, e più dei tre sputi non andati a bersaglio comunque odiosi per il disprezzo che plasticamente rappresentano, pesa quella minaccia: «Guardati alle spalle».
Ed è infatti all’intimidazione insidiosa, rivolta lo scorso mercoledì mattina da uno dei militanti del centro sociale Kavarna alla cronista di giudiziaria del quotidiano La Provincia Francesca Morandi, che stava seguendo il processo a Tommaso Fontana, attivista del polo autogestito arrestato dalla polizia per resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale, che ora le istituzioni guardano senza alcuna intenzione di sottovalutarla. La tratta con massima attenzione la prefettura, da mesi in prima linea sul tema dei giornalisti nel mirino: il prefetto Paola Picciafuochi e i suoi collaboratori convocheranno settimana prossima una riunione tecnica sul caso e già stanno raccogliendo testimonianze ed elementi per elaborare una relazione sull’accaduto che sarà poi inviata al ministero degli Interni. Un dossier, in sostanza, che finirà sul tavolo del ministro Matteo Salvini.
Intanto, osservando da un lato «la gravità dell’atto in se stesso» e dall’altro «l’identica gravità della campagna d’odio sui social che ne è seguita», prendono una posizione forte e chiara, congiunta, anche l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, la Federazione nazionale della stampa italiana e il Gruppo cronisti lombardi: «Clima crescente di odio: si intervenga duramente».
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