L'ANALISI
07 Aprile 2019 - 09:23
CREMONA (7 aprile 2019) - Una nonnina di 85 anni la inala abitualmente tramite un vaporizzatore, mentre il nipote 16enne preferisce fumarla arrotolata in una cartina. Un uomo sulla quarantina la impiega talvolta come ingrediente per biscotti e torte e una ballerina affetta da sclerosi multipla benigna la assume regolarmente bevendola in infuso. C’è anche chi la sceglie in versione alcolica, ‘trasfusa’ in birra e prosecco, per brindare in famiglia e con gli amici. La cannabis light è sempre più diffusa tra la popolazione cremonese: soltanto in città, sono nell’ordine delle centinaia (probabilmente di più) gli habitué della cosiddetta canapa legale, cioè quella con dosi minime di tetraidrocannabinolo, il cosiddetto THC. Insomma: ‘ganja’ che non sballa, ma che produce effetti analgesici, ansiolitici e antidepressivi, principalmente grazie alle proprietà del CBD, acronimo di cannabidiolo, sostanza non psicoattiva la cui efficacia terapeutica è certificata da numerosi studi scientifici.
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