L'ANALISI
LA CORSA A SINDACO NEL CENTRODESTRA
30 Marzo 2019 - 09:33
Alessandro Zagni
CREMONA - Giusto due giorni fa, aveva lanciato il suo ultimatum alla coalizione in generale e a Forza Italia in particolare.
«Sono stato tradito da Forza Italia, che prima mi ha sostenuto ma poi, quando si è aperto uno spiraglio a Roma, mi ha scaricato per proporre una propria candidatura — aveva attaccato Alessandro Zagni nelle ore in cui il sorpasso di Carlo Malvezzi iniziava a materializzarsi —. Resto a disposizione della Lega e dei cittadini che mi fermano per strada e mi chiedono di impegnarmi per Cremona. Ma o si decide entro la settimana o mi faccio da parte».
La settimana finisce oggi e ieri (venerdì 29 marzo, ndr) hanno deciso.
E Zagni, descritto da chi l’ha incontrato come ovviamente molto amareggiato, nella sera della sua definitiva esclusione dalla corsa a sindaco non si sottrae al confronto.
«Hanno scelto i leader della coalizione: sono deluso ma rispetto quella decisione. Sono uno sportivo e sto alle regole del gioco» parla da militante soldato.
Poi, però, entra nel merito e non sfugge ad una riflessione precisa sul metodo e sugli sviluppi del percorso che all’ultima curva hanno portato al traguardo Malvezzi.
«Penso che Cremona meritasse maggiore attenzione — arriva al nocciolo della questione il 40enne commercialista che da candidato in pectore, proposto dalla Lega e condiviso dalla coalizione, ha trascorso oltre due mesi —: i cremonesi questa volta avevano dato un’indicazione chiara sul loro candidato sindaco di centrodestra».
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