L'ANALISI
30 Marzo 2019 - 09:22
CAORSO - Mentre in Sardegna è alzata di scudi per l’indiscrezione sulla possibilità di un deposito nazionale di scorie nucleari in loco, nell’impianto della Bassa Piacentina restano stoccati circa seimila fusti di resine radioattive che, stando ad un accordo stipulato nel 2015 con l’impianto slovacco di Bohunice, sarebbero dovuti partire da un pezzo. E invece è probabile che lascino Caorso da luglio, con una fine dei trasferimenti ipotizzata per settembre 2022. «In base ai documenti di cui sono entrata in possesso i fusti saranno trasferiti dalla prossima estate – spiega il sindaco Roberta Battaglia –, sempre che i test di trattamento in corso in Slovacchia diano esiti positivi, cosa che non è scontata». Infatti, il 20 giugno 2018, a lasciare Caorso sono stati i primi 168 fusti che la società appaltatrice slovacca Javys ha richiesto per effettuare le prove di trattamento. Stando ad indiscrezioni proprio alcuni rappresentanti della società nelle prossime settimane potrebbero venire a Caorso per un sopralluogo – e magari proprio per dare informazioni sui test – ma Battaglia ha già deciso che non parteciperà all’eventuale incontro «perché prima voglio garanzie sui tempi di allontanamento delle scorie». Il sindaco ribadisce che i ritardi, su più fronti, persistono: «La scuola di radioprotezione è stata depotenziata, l’attività di dismissione è al palo, ancora non si sa nulla del deposito nazionale. Insomma, tutto è fermo».
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