L'ANALISI
19 Marzo 2019 - 07:28
GRUMELLO - Dai frammenti di laterizi al materiale bituminoso, dai tondini di ferro ai blocchi in calcestruzzo e schegge di materiale ceramico, dal cartongesso a brandelli di teli, tubi e rari blocchi di scorie di fonderia. Qualcosa come 198mila metri cubi di rifiuti provenienti anche da demolizione di infrastrutture stradali, complessi civili e industriali: rifiuti compattati in una discarica non autorizzata, in località cascina Angiolina. Rifiuti tombati oltre il limite di profondità consentito in quella cava, confinante, «al margine inferiore», con una falda acquifera sotterranea, dove si attinge acqua per uso potabile e agricolo.
La procura accusa di violazioni ambientali Ercole Grisoli e ad Alessandro Cantamesse, legali rappresentanti della società Cava di Grumello Cremonese srl’, con sede a Roccafranca (Brescia), nel procedimento pendente davanti al gup, Elisa Mombelli, nel quale si sono costituiti parte civile sia il Comune di Grumello, attraverso il sindaco Fabio Scio, assistito dall’avvocato Paolo Antonini del Foro di Mantova, sia l’Acciaieria Arvedi spa, assistita dall’avvocato Giovanni Borgna del Foro di Trieste. Sotto accusa c’è anche la srl, nella persona del legale rappresentante Roberto Fratus. Dopo i sigilli messi, nel 2017, dai carabinieri del Noe, si riaccendono i riflettori sulla società a ‘Cava di Grumello Cremonese’, la srl nata nel 1991 e dal 28 luglio del 1993 autorizzata ad estrarre sabbie e ghisa, a trattare e recuperare rifiuti inerti e non pericolosi.
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