L'ANALISI
26 Febbraio 2019 - 11:50
L'acceleratore lineare Vero
CREMONA - Da ex potentissimo governatore della Lombardia a «detenuto per altra causa». Dalla vetta del Pirellone alla cella del carcere milanese di Bollate dove deve scontare la condanna definitiva a cinque anni e dieci mesi di reclusione per corruzione: è il caso Maugeri-San Raffaele. Ma per Roberto Formigoni, i guai giudiziari non sono finiti. Anche a Cremona è accusato di corruzione. Sotto accusa, lo ha portato il caso Vero, l’apparecchiatura utilizzata per la diagnostica oncologica acquistata dall’ospedale Maggiore. Martedì 26 febbraio il nome di «Formigoni Roberto detenuto per altra causa» è riecheggiato nell’aula penale. Udienza lampo, dalle 9.12 alle 9.17: cinque minuti necessari per fare l’elenco degli imputati: oltre al Celeste, Carlo Lucchina, ex direttore generale della sanità lombarda accusato di abuso d’ufficio, e Simona Mariani, ex direttore generale dell’ospedale Maggiore, lei per corruzione, nessuno di loro presente in aula. Tutto rinviato al 2 aprile in attesa della decisione della Cassazione il 13 marzo sul conflitto di competenza territoriale.
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