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CREMONA, LIUTERIA

Violini ai raggi X, il rosso di Stradivari nel cuore delle vernici

Nel Laboratorio di diagnostica dell'MdV analizzati due strumenti costruiti a 28 anni di distanza: la colorazione è dovuta alle componenti utilizzate dal sommo liutaio per realizzare miscele da stendere sul legno

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

24 Febbraio 2019 - 08:48

Violini ai raggi X, il rosso di Stradivari nel cuore delle vernici

CREMONA - Che sia la volta buona? Che finalmente si possano definire gli ingredienti delle vernici di Stradivari? A questi interrogativi sembra dare risposta l’ultima, importante, scoperta del Laboratorio di diagnostica dei materiali presso il Museo del Violino, diretto da Marco Malagodi.

Ventotto anni dividono lo Stradivari ‘Il Toscano’ del 1690 dallo Stradivari 1718 ‘San Lorenzo’: eppure il sommo liutaio utilizzò le stesse sostanze per realizzare le sue vernici. E’ questa la nuova acquisizione scientifica del laboratorio sostenuto dalla Fondazione Arvedi Buschini. «Si tratta di una conclusione a cui siamo giunti dopo l’analisi di due micro prelievi che i proprietari dei due Stradivari ci hanno permesso di fare - racconta emozionato Malagodi -. Fino ad ora non avevamo mai potuto fare alcun prelievo sugli strumenti storici dei grandi maestri della liuteria cremonese, tanto meno su due Stradivari».

La possibilità di analizzare concretamente le vernici ha permesso di definire l’origine e la motivazione della coloritura rossa degli strumenti del più grande liutaio di tutti i tempi. 

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