L'ANALISI
29 Gennaio 2019 - 07:37
CREMONA - «Noi non chiediamo la nazionalità, l’origine o la religione: cerchiamo di rispondere ai bisogni di tutti quelli che si rivolgono a noi. Non ci sono posti per stranieri e posti per italiani. E nemmeno precedenze: noi, da sempre, aiutiamo gli ultimi». Dopo l’ennesimo raid di Forza Nuova che, nel Giorno della Memoria, ha preso di mira ancora una volta la Casa dell’accoglienza, il direttore della Caritas diocesana di Cremona, don Antonio Pezzetti, non replica, ma mette qualche puntino sulle i.
«L’attenzione al povero — sottolinea — dev’essere di tutta la comunità cristiana e per chi crede siamo tutti fratelli: non ci sono poveri che vengono prima e poveri che vengono dopo. Noi pratichiamo l’accoglienza per dire a tutti che l’accoglienza è un valore. Aggiungo che la povertà esisteva prima che l’Italia diventasse una terra di immigrazione. E la Caritas c’era».
Intanto le Caritas lombarde ha deciso che i circa 500 migranti ospitati nelle sue strutture che perderanno il diritto di accoglienza per effetto del decreto sicurezza, non finiranno in strada. «Da un punto di vista giuridico — spiega don Pezzetti —, non commettiamo reato continuando ad ospitare queste persone senza percepire un euro, dal momento che siamo strutture caritative. Da un punto di vista cristiano, le opere di misericordia sono nel Vangelo. E aggiungo che è utile a tutti che noi continuiamo ad offrire ad ospitalità a chi altrimenti finirebbe in mezzo alla strada, costretto a vivere di espedienti o di piccola criminalità». E sono 150 i richiedenti permesso di soggiorno non più coperti dal sistema di accoglienza che don Antonio ha deciso di tenere a proprie spese.
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