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TANGENTI NELLA SANITA'

Acceleratore 'Vero', Formigoni e Mariani: il caso in Cassazione il 13 marzo

Si deciderà sul conflitto di competenza territoriale sollevato a Cremona, secondo il tribunale, il ‘Celeste’ e l’ex dg dell’ospedale Maggiore vanno processati a Milano

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

14 Gennaio 2019 - 18:44

Acceleratore 'Vero', Formigoni e Mariani: il caso in Cassazione il 13 marzo

L'acceleratore lineare Vero

CREMONA - Per il tribunale di Milano era competente Cremona. Per i giudici di Cremona è competente Milano. Il 13 marzo la Corte di Cassazione deciderà sul conflitto negativo di competenza territoriale sollevato dal tribunale all’udienza del 27 novembre scorso, nel caso ‘Vero’, l’apparecchiatura utilizzata per la diagnostica oncologica acquistata dall’ospedale Maggiore.
E’ il processo sul presunto giro di tangenti in sanità che vede imputati l’ex presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni (corruzione e turbativa d’asta), l’ex direttore generale della sanità lombarda, Carlo Lucchina, (abuso d’ufficio) e Simona Mariani, ex direttore generale dell’ospedale Maggiore (corruzione e turbativa d’asta).

Secondo l’accusa, Formigoni avrebbe ottenuto dall’ex consigliere regionale lombardo Massimo Gianluca Guarischi utilità per un totale di 447mila euro, per assicurare un ‘trattamento preferenziale’ alla Hermex Italia dell’imprenditore Giuseppe Lo Presti nelle gare per la fornitura dell’apparecchiatura ‘Vero’. Nel 2012 il governatore lombardo si sarebbe adoperato per sbloccare stanziamenti regionali. Mariani avrebbe, invece, ricevuto in regalo un orologio e un bracciale.

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